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Scelte da Roberto Sanesi,

Libro finito di stampare nel Settembre 1987

Scrivo qualche poesia e descrizione, lette in questo Libro ๐Ÿ“–

"La Signorina Felicitร ", Guido Gozzano, nato a Torino nel 1883, vi morรฌ nel 1916. Primo e piรน alto esempio del cosiddetto "crepuscolarismo", antiretorica, a volte patetica ma anche dolorosamente ironica, la sua poesia piรน significativa e' nei Colloqui, raccolta del 1911. Scrisse anche Fiabe e Racconti, il resoconto di un suo viaggio in India, e un poemetto entomologico, Le Farfalle, rimasto incompiuto. 

I.     


Signorina Felicita, a quest’ora

scende la sera nel giardino antico

della tua casa. Nel mio cuore amico     


scende il ricordo. E ti rivedo ancora,

e Ivrea rivedo e la cerulea Dora

e quel dolce paese che non dico.     


Signorina Felicita, รจ il tuo giorno!     


A quest’ora che fai? Tosti il caffรจ:

e il buon aroma si diffonde intorno?

O cuci i lini e canti e pensi a me,     


all’avvocato che non fa ritorno?

E l’avvocato รจ qui: che pensa a te.     


Pensa i bei giorni d’un autunno addietro,

Vill’Amarena a sommo dell’ascesa

coi suoi ciliegi e con la sua Marchesa

dannata, e l'orto dal profumo tetro

di busso e i cocci innumeri di vetro

sulla cinta vetusta, alla difesa...    


Vill’Amarena! Dolce la tua casa

in quella grande pace settembrina!

La tua casa che veste una cortina

di granoturco fino alla cimasa:

come una dama secentista, invasa

dal Tempo, che vestรฌ da contadina.     


Bell’edificio triste inabitato!     


Grate panciute, logore, contorte!

Silenzio! Fuga delle stanze morte!     


Odore d’ombra! Odore di passato!

Odore d’abbandono desolato!

Fiabe defunte delle sovrapporte!     


Ercole furibondo ed il Centauro,

la gesta dell’eroe navigatore,

Fetonte e il Po, lo sventurato amore

d’Arianna, Minosse, il Minotauro,

Dafne rincorsa, trasmutata in lauro

tra le braccia del Nume ghermitore...    


Penso l’arredo - che malinconia! -

penso l’arredo squallido e severo,

antico e nuovo: la pirografia

sui divani corinzi dell’Impero,

la cartolina della Bella Otero

alle specchiere... Che malinconia!     


Antica suppellettile forbita!

Armadi immensi pieni di lenzuola

che tu rammendi pazรฏente... Avita     


semplicitร  che l’anima consola,

semplicitร  dove tu vivi sola

con tuo padre la tua semplice vita!    

๐ŸŒท

"Amor, se morta e' la mia prima speme", Vittoria Colonna (Nata a Marino (Roma) nel 1490, morรฌ a Roma nel 1547. Le sue Rime, dalle quali traspare fra l'altro la profonda e affettuosa amicizia con Michelangelo, furono pubblicate postume nel 1558)

Amor, se morta รจ la mia prima speme

nel primo foco ancor pur vivo ed ardo;

il desir, ch'ebbi pria col primo sguardo

nei dรฌ miei primi, avrรฒ ne l'ore extreme.

La vita e 'l bel pensier morranno inseme,

e presto fia per l'un, per l'altra tardo;

l'ultima piaga fece il primo dardo,

nรฉ altro ben spera il cor, n'altro mal teme.

Ma se l'alma fedel languendo tace,

e per lei gridan mille aperte prove,

dammi per lunga guerra or breve pace.

Non vo' che libertร  mai piรน si trove

nel mio voler, ma che l'ardente face

s'intepidisca sรฌ che 'l viver giove.

... 

Provo tra duri scogli e fiero vento

l'onde di questa vita in fragil legno;

l'alto presidio e 'l mio fido sostegno

tolse l'acerba morte in un momento.

Veggio il mio male e 'l mio rimedio spento,

il mar turbato e l'aer d'ira pregno,

d'atra tempesta un infallibil segno,

e 'l valor proprio al mio soccorso lento.

Non ch'io sommerga in le commosse arene

temo, nรฉ rompa in perigliose sponde,

ma duolmi il navigar priva di spene.

Almen se morte il ver porto m'asconde,

mostrimi il falso suo, chรฉ chiare e amene

ne parran le sue irate e turbide onde.

๐Ÿชถ

"Arcobaleno", Ardengo Soffici, nato a Rignano sull'Arno (Firenze), nel 1879, morรฌ a Forte dei Marmi nel 1964, pittore, scrittore, poeta visse alcuni anni a Parigi. Attacco ' prima il futurismo, poi ne divenne un seguace. Partecipรฒ come volontario alla prima guerra mondiale. A parte alcuni notevoli saggi di critica d' arte, e' autore di prose diaristiche come Giornale di bordo (1915) e Kobilek (1918),e della raccolta poetica Chimismi lirici (1915)

Inzuppa 7 pennelli nel tuo cuore di 36 anni finiti ieri 7 aprile

E rallumina il viso disfatto delle antiche stagioni.

Tu hai cavalcato la vita come le sirene nichelate dei caroselli da fiera

In giro,

Da una cittร  all'altra di filosofia in delirio,

D'amore in passione di regalitร  in miseria:

Non c'รจ chiesa, cinematografo, redazione o taverna che tu non conosca;

Tu hai dormito nel letto d'ogni famiglia.


Ci sarebbe da fare un carnevale

Di tutti i dolori

Dimenticati con l'ombrello nei caffรจ d'Europa,

Partiti tra il fumo coi fazzoletti negli sleeping-cars diretti al

nord al sud

Paesi ore,


Ci sono delle voci che accompagnan pertutto come la luna e i cani;

Ma anche il fischio di una ciminiera

Che rimescola i colori del mattino

E dei sogni

Non si dimentica nรจ il profumo di certe notti affogate nelle

ascelle di topazio.


Queste fredde giunchiglie che ho sulla tavola accanto all'inchiostro

Eran dipinte sui muri della camera n.19 nell'Hotel

des Anglais a Rouen

Un treno passeggiava sul quai notturno

Sotto la nostra finestra

Decapitando i riflessi delle lanterne versicolori

Tra le botti del vino di Sicilia

E la Senna era un giardino di bandiere infiammate.


Non c'รจ piรน tempo:

Lo spazio

E'un verme crepuscolare che si raggricchia in una goccia di fosforo

Ogni cosa รจ presente:

Come nel 1902 tu sei a Parigi in una soffitta,

Coperto da 35 centimetri quadri di cielo

Liquefatto nel vetro dell'abbaino;

La Ville t'offre ancora ogni mattina

Il bouquet fiorito dello Square de Cluny;

Dal boulevard Saint-Germain scoppiante di trams e d'autobus,

Arriva la sera a queste campagne la voce briaca della giornalaia

Di rue de la Harpe:

«Pari-curses», « l'Intransigeant» «La Presse».

Il negozio di Chaussures Raoul fa sempre concorrenza alle stelle:

E mi accarezzo le mani tutte intrise dei liquori del tramonto

Come quando pensavo al suicidio vicino alla casa di Rigoletto,


Si caro!

L'uomo piรน fortunato รจ colui che sa vivere nella contingenza al pari dei fiori;


Guarda il signore che passa

E accende il sigaro orgoglioso della sua forza virile

Ricuperata nelle quarte pagine dei quotidiani,

O quel soldato di cavalleria galoppante nell'indaco della caserma

Con una ciocchetta di lillร  fra i denti.


L'eternitร  splende in un volo di mosca.

Metti l'uno accanto all'altro i colori dei tuoi occhi;

Disegna il tuo arco

La storia รจ fuggevole come un saluto alla stazione;

E l'automobile tricolore del sole batte sempre piรน invano

il suo record fra i vecchi macchinari del cosmo.


Tu ti ricordi insieme ad un bacio seminato nel buio,

Una vetrina di libraio tedesco Avenue de l'Opรฉra,

E la capra che brucava le ginestre

Sulle ruine della scala del palazzo di Dario a Persepoli.

Basta guardarsi intorno

E scriver come si sogna

Per rianimare il volto della nostra gioia.


Ricordo tutti i climi che si sono carezzati alla mia pelle d'amore,

Tutti i paesi e civiltร 

Raggianti al mio desiderio:

Nevi,

Mari gialli,

Gongs,

Carovane;

Il carminio di Bomay e l'oro bruciato dell'Iran

Ne porto un geroglifico sull'ala nera.

Anima girasole il fenomeno converge in questo centro di danza;

Ma il canto piรน bello รจ ancora quello dei sensi nudi.


Silenzio musica meridiana,

Qui e nel mondo poesia circolare

L'oggi si sposa col sempre

Nel diadema dell'iride che s'alza.

Siedo alla mia tavola e fumo e guardo:

Ecco una foglia giovane che trilla nel verziere di faccia,

I bianchi colombi volteggiano per l'aria come lettere d'amore buttate dalla finestra:


Conosco il simbolo la cifra il legame

Elettrico,

La simpatia delle cose lontane;

Ma ci vorrebbero della frutta delle luci e delle moltitudini

Per tendere il festone miracolo di questa pasqua.

Il giorno si sprofonda nella conca scarlatta dell'estate;

E non ci son piรน parole

Per il ponte di fuoco e di gemme.


Giovinezza tu passerai come tutto finisce al teatro,

Tant pis! Mi farรฒ allora un vestito favoloso di vecchie affiches.

๐ŸŒฟ

"Amor m'ha fatto tal ch'io vivo in foco", Gaspara Stampa, nata a Padova nel 1523,  morรฌ a Venezia nel 1554; e' considerata una delle maggiori poetesse italiane. Le sue Rime, che rivelano un temperamento appassionato e una sottile capacitร  di indagine psicologica, furono pubblicate postume. 

Amor m’ha fatto tal ch’io vivo in foco,

qual nova salamandra al mondo, e quale

l’altro di lei non men stranio animale,

che vive e spira nel medesmo loco.

     Le mie delizie son tutte e ’l mio gioco

viver ardendo e non sentire il male,

e non curar ch’ei che m’induce a tale

abbia di me pietรก molto nรฉ poco.

     A pena era anche estinto il primo ardore,

che accese l’altro Amore, a quel ch’io sento

fin qui per prova, piรบ vivo e maggiore.

     Ed io d’arder amando non mi pento,

pur che chi m’ha di novo tolto il core

resti de l’arder mio pago e contento.

๐ŸŒธ

"La Chimera", Dino Campana, Nato a Marradi nel 1885, morรฌ a Castel Pulci (Firenze), nel 1932. Ebbe una vita travagliatissima: ricoverato piรน volte in manicomio, si mosse accettando i piรน diversi lavori fra la Svizzera e la Francia, l'Argentina, la Russia, il Belgio. I suoi canti orfici, furono stampati privatamente nel 1914. Le altre opere, in prosa e versi, apparvero postume. La sua e' una poesia allucinata, sognante, di grande ricchezza musicale, dominata da un forte simbolismo, e si colloca fra decadentismo dannunziano e "Liberty" anticipando in parte l'esperienze dell'Ermetismo. 

Non so se tra roccie il tuo pallido

       Viso m’apparve, o sorriso

       Di lontananze ignote

       Fosti, la china eburnea

5 Fronte fulgente o giovine

       Suora de la Gioconda:

       O delle primavere

       Spente, per i tuoi mitici pallori

       O Regina o Regina adolescente:

10 Ma per il tuo ignoto poema

       Di voluttร  e di dolore

       Musica fanciulla esangue,

       Segnato di linea di sangue

       Nel cerchio delle labbra sinuose,

15 Regina de la Melodia:

       Ma per il vergine capo

       Reclino, io poeta notturno

       Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,

       Io per il tuo dolce mistero

20 Io per il tuo divenir taciturno.

       Non so se la fiamma pallida

       Fu dei capelli il vivente

       Segno del suo pallore,

       Non so se fu un dolce vapore,

25 Dolce sul mio dolore,

       Sorriso di un volto notturno:

       Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti

       E l’immobilitร  dei firmamenti

       E i gonfii rivi che vanno piangenti

30 E l’ombre del lavoro umano curve lร  sui poggi algenti

       E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti

       E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.

๐Ÿฆ‹

"Malinconia dolcissima", Vittorio Alfieri, nato ad Asti nel 1749, morรฌ a Firenze nel 1803. Uomo schivo e irrequieto, ribelle, influenzato dal pensiero illuminista, e' il maggiore autore tragico italiano :scrisse 20 tragedie, fra cui Saul, Mirra, Oreste, Alceste seconda, la congiura dei Pazzi, Agamennone. Fra le sue opere maggiori, il trattato Della tirannide (1789), le Rime dello stesso anno, e la Vita (1790 e 1804).

Malinconรญa dolcissima, che ognora

Fida vieni e invisibile al mio fianco,

Tu sei pur quella che vieppiรน ristora

(Benchรจ il sembri offuscar) l’ingegno stanco.


Chi di tua scorta amabil si avvalora,

Sol puรฒ dal Mondo scior l’animo franco;

Nรจ il bel Pensar, che l’uom pur tanto onora,

Nรจ gli affetti, nรจ il Dir, mai gli vien manco.


Ma tu, solinga infra le selve e i colli,

Dove serpeggin chiare acque sonanti,

Tuoi figli ivi di nettare satolli.


Ben tutto io deggio ai tuoi divini incanti,

Che spesso gli occhi a me primier fan molli,

Perch’io poi mieta a forza gli altrui pianti.

๐ŸŒŒ๐ŸŒ—




๐Ÿ“–๐ŸŒฒ

https://youtu.be/YSVlA01HV0M?feature=shared



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